Quatro poemas de Matheus Guménin Barreto em italiano (tradução de Annarita Ardino) – Antologia “Mosaico di voci. Poesia latinoamericana in Italia” – 4.2023




(Download gratuito: https://iila.org/wp-content/uploads/2023/03/Brochure-Mosaico-1ED-3.pdf )

 

Tradução de Annarita Ardino

 

Matheus Guménin Barreto è un poeta e traduttore brasiliano (Cuiabá, 1992), editore della rivista Ruído Manifesto e autore di A máquina de carregar nadas (7Letras, 2017), Poemas em torno do chão & Primeiros poemas (Carlini & Caniato, 2018), Mesmo que seja noite (Corsário-Satã, 2020) e História natural da febre (Corsário-Satã, 2022). È dottorando della Universidade de São Paulo (USP), dell’Università di Lipsia e dell’Università di Salisburgo nell’area di Lingua e Letteratura Tedesca. Le sue poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo, tedesco e catalano e pubblicate in Brasile, Messico, Stati Uniti, Spagna e Portogallo. Ha partecipato al “Printemps Littéraire Brésilien 2018” in Francia e Belgio su invito dell’Università della Sorbona. 

 

 

Primo

 

Lo stesso tocco nelle cose
per ricordare le mani dalla
limpida architettura di colui
che il mondo creò.


La mano limpida, cartesiana, dritta
per le cose
per rievocare i nomi


sole, tazzina, corteccia, mattonella, pesca, miseria


e toccare ancora
come nel Primo Giorno
qualcosa dei nomi
che vibri.

 

***

 

[L’amato che tocca i polsi caldi]

 

L’amato che tocca i polsi caldi
del suo amato
e il braccio e le mani
tremolanti
e tocca il viso e il sesso
caldo e tagliente
l’amato che tocca i polsi caldi
del suo amato
e sa improvvisamente che cosa è una risata
soleggiante e
la notte antichissima che lo guarda
di nuovo

 

***

 

Solo stasera

 

Una poesia nella quale si possa entrare
con abiti di uso domestico
con scarpe di tutti i giorni, pantofole, scalzo
con il viso gonfio, i capelli della notte
e nel quale ci si possa sedere, ignari di sedersi, con
un caffè
o un mucchio di roba
nello stesso angolo di ogni giorno dal divano di ogni giorno
senza paura di visite
né di cugini indesiderati


Una poesia nella quale si possa entrare
non come un vicino eleganti
ma come chi torna a casa
con le distanze ancora incollate al piede
e, sulla sedia scomoda o sulla poltrona,


finalmente sospira –


Una poesia nella quale si possa tornare a casa

 

***

 

Mini-storia della Letteratura Occidentale – Rivista e Ampliata (Capitolo: “I poveri”)

“Domenica. Pomeriggio. Concistoro della Matrice.”
Carlos Drummond de Andrade, 1979

 

Loro ———————————–
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————– (Loro ——————–
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———————————– Loro.

 

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